Informazioni generali sui sistemi idroponici e coltivazione idroponica
In
questi ultimi anni la coltivazione di piante in serra ha conosciuto
una rapida evoluzione passando dalla coltivazione classica in terra alla
coltivazione fuori terra ossia con substrati inerti. La coltivazione
fuori suolo fu concepita inizialmente per la prevenzione di malattie e
la selezione a scopo scientifico, successivamente gli sperimentatori si
resero conto delle elevate produzioni che si potevano ottenere
utilizzando la tecnica del “fuori suolo”.
La maggior
parte dei coltivatori “fuori suolo” riferisce che le piante in un
sistema idroponico si sviluppano più velocemente rispetto ad un sistema
tradizionale in terra. Questo è dovuto ad una maggiore attenzione e
controllo delle sostanze nutritive e ad un più ricco apporto di ossigeno
all’apparato radicale. Le piante possono respirare con più facilità, e
per questo accelerano il loro metabolismo ed impiegano meno tempo per
crescere.
I rapporti e i
risultati indicano come le piante in terra impiegano più tempo a
completare il ciclo vitae rispetto alle piante sviluppate in ambienti
idroponici arrivando ad avere dei ritardi nella maturazione di circa
2-3 settimane.
L’accorciarsi
dei tempi di sviluppo porta con se numerosi vantaggi. Infatti si
riducono di molto le ore di luce e quindi di accensione delle lampade e
del funzionamento degli aspiratori, riducendo così le spesa della
corrente elettrica e allungando la vita dell’impianto. Inoltre è
importante ricordarsi sempre che più è breve il ciclo meno probabilità
ci sono che si sviluppino malattie. Una rapida crescita garantisce una
maturazione anticipata e un periodo di crescita più ridotto. Inoltre,
con substrati di terra, la crescita della pianta tende a rallentare
quando le piante iniziano a fissarsi alla terra con le radici, fenomeno
che non interessa le colture fuori suolo.
In generale la presenza di fattori biotici ed abiotici é più controllabile in un ambiente protetto (serre)
e ridotto al minimo nel caso di una coltivazione fuori suolo. Le
condizioni di lavoro sono migliori dall’impianto alla raccolta, la
produttività a metro risulta più alta, grazie ad una densità di piantine
più alta e a maggiori produzioni.
Gli unici
svantaggi che ci sentiamo di citare sono legati ad un più alto
investimento iniziale ed una maggiore professionalità da parte del
coltivatore.
Le colture idroponiche
dovrebbero essere impiegate in ambienti illuminati artificialmente o
comunque in serre per poter tenere sotto controllo le condizioni
ambientali. Proprio il rispetto delle condizioni ambientali necessarie
permette di velocizzare la crescita delle piante e di ottenere la
maturazione in meno tempo. Non è comunque esclusa la possibilità di
utilizzare questi sistemi in coltivazioni outdoor.
Nella coltura idroponica il substrato di coltivazione
viene impregnato della sostanza nutritiva (acqua più fertilizzanti) con
il vantaggio di trattenere l’umidità, ma allo stesso tempo di drenare
molto bene la parte di liquido in eccesso. Le piante cresciute in
idroponica ricavano i nutrimenti dalla soluzione usata per innaffiare le
piante; questi fertilizzanti sono studiati appositamente per questo
tipo di coltura e hanno la caratteristica di essere facilmente
“digeriti” dalle piante.
Altro
vantaggio è dato dal fatto che questo sistema colturale permette di
usare vasi più piccoli rispetto a quelli usati con la terra o
addirittura di non usarli, lasciando la parte radicale delle piante a
diretto contatto con la soluzione nutritiva.
Questo
sarebbe difficile da realizzare coltivando in terra, dal momento che
con una quantità troppo ridotta di substrato i nutrimenti verrebbero
subito consumati. Inoltre le radici verrebbero private dell’ossigeno nel
fissarsi alla terra. Questo non avviene con le piante che si
sviluppano in ambienti idroponici, dal momento che le radici possono
assorbire i nutrimenti direttamente dalla soluzione nutritiva che le
idrata continuamente ed ossigenarsi continuamente perché non costrette
dal substrato.
Il substrato
ideale per la germinazione e la radicazione delle talee è la lana di
roccia. Avvenuta la germinazione è sufficiente riporre il cubetto di
lana di roccia all’interno del sistema idroponico ed eventualmente
annegarlo nell’argilla espansa (se necessario), avviare il sistema di
distribuzione dell’acqua e controllare i valori di pH ed EC.
La lana di roccia,
grazie alla sua natura fibrosa, è in grado di trattenere molta più
acqua della terra e nel contempo molta più aria. Il suo pH è leggermente
basico è prima di utilizzarlo è necessario portare il valore del loro
pH intorno a 6. Per fare questo occorre immergere i cubetti per 24 ore
in una soluzione con acqua a pH neutro.
La somministrazione della soluzione nutritiva è garantita dal funzionamento stesso del sistema idroponico.
Manutenzione dei sistemi idroponici
Per una
corretta riuscita di una coltivazione idroponica è necessario tenere
sotto controllo due parametri fondamentali: il pH (acidità) e l’EC
(soluzione di sali). Occorre misurare il pH e l’EC ogni 4-5 gg. ed
apportare le dovute correzioni.
Inoltre è
importante avere alcuni accorgimenti al fine di evitare la
concentrazione di sali nelle parti del sistema è necessario:
- dilavare ogni 10gg il substrato di coltivazione e i cubetti di lana di roccia con acqua pura e tiepida con pH 6;
- cambiare la soluzione nutritiva ogni 10gg circa;
- lavare il sistema una volta al mese.
I nutrimenti per coltivazioni idroponiche
Nelle colture
“fuori suolo” per ottenere una crescita ed una produzione ottimale
delle piante occorre usare dei fertilizzanti appositi. Fondamentale
diventa quindi l’analisi dell’acqua per determinare una corretta ed
equilibrata concimazione.
Alcuni
elementi presenti nei fertilizzanti comuni come il Ca e Fe se si trovano
in soluzione concentrate precipitano in presenza di fosfati e solfati
(anche questi presenti nei fertilizzanti), quindi occorre separare
questi elementi inserendoli in 2-3 confezioni separate.
E’ questo il
motivo per cui la maggior parte dei fertilizzanti per colture
idroponiche sono forniti in confezioni separate e vanno miscelati solo
al momento della somministrazione.
Il valore dell’EC dipende da molteplici fattori;
- stadio fisiologico della pianta
- clima
- qualità’ dell’acqua
- EC dell’acqua di drenaggio
articolo tratto da www.indoorline.com